Assegno di divorzio: adesso va calcolato in base a Cassazione e standard europei

Assegno di divorzio, la Cassazione si adegua agli standard europei e cambia alcune regole: ecco cosa c’è da sapere.

Con l’arrivo del 2024 il panorama degli assegni di divorzio ha subito un’ulteriore rivoluzione, guidata dalle recenti pronunce della Cassazione e dall’adeguamento agli standard europei. La determinazione di tali assegni, un tempo ancorata a criteri rigidi, si è evoluta, tenendo conto delle esigenze di equità e del contesto costituzionale europeo.

Assegno di divorzio, regole 2024
Assegno di divorzio, la Cassazione cambia la regole – vivomilano.com

Già nel 2018 la Cassazione aveva introdotto un nuovo percorso interpretativo, sottolineando l’importanza di riequilibrare la situazione degli ex coniugi e di adeguare il riconoscimento dell’assegno agli standard europei. Non si tratta più solo di stabilire criteri attributivi e determinativi, ma di valutare attentamente la situazione economica-patrimoniale delle parti, il contributo fornito durante il matrimonio e la formazione del patrimonio comune.

Assegno di divorzio, nuovi parametri di valutazione nel 2024

Un elemento chiave è l’autoresponsabilità, che ora copre l’intero arco della vita matrimoniale. Si parte dalle scelte condivise iniziali fino alle fasi successive, quando tali scelte vengono riesaminate. Al momento della fine del matrimonio, l’autoresponsabilità diventa individuale, richiedendo a entrambe le parti di assicurarsi mezzi adeguati per vivere con dignità.

Assegno di divorzio, regole 2024
Nuovi parametri di valutazione per l’assegno di divorzio – vivomilano.com

La durata del matrimonio, precedentemente vista solo come un criterio per la quantificazione dell’assegno, ha ora un ruolo cruciale anche nell’accertamento del diritto stesso. La Cassazione del 2021 ha confermato che questo accertamento riguarda l’intera storia familiare, compresi i periodi di separazione, e che la valutazione considera il contributo fornito durante l’intero vincolo matrimoniale. Un aspetto interessante è l’impatto della nuova convivenza sulla richiesta di assegno di divorzio. Le Sezioni Unite del 2021 hanno chiarito che l’instaurazione di una nuova convivenza stabile non comporta automaticamente la perdita integrale del diritto all’assegno, soprattutto per la componente compensativa.

Riguardo ai criteri di quantificazione, la durata effettiva della convivenza non è l’unico parametro. Nel 2021 la Cassazione ha precisato che la valutazione deve considerare l’intera durata del vincolo matrimoniale, compresi i periodi di separazione. Il contributo fornito in tali periodi, specialmente per il mantenimento dei figli, è parte integrante dell’accertamento: il giudice, applicando i criteri della legge, valuta dunque l’intera storia familiare, garantendo al richiedente un livello reddituale adeguato al suo contributo alla vita familiare e alla formazione del patrimonio.

L’assegno di divorzio svolge una funzione assistenziale, compensativa e perequativa. In sintonia con gli standard europei, anche in Italia è stato adottato un approccio più flessibile: il risultato è un quadro più aderente alla realtà delle famiglie moderne, rispettando al contempo i principi di equità e solidarietà.

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